Con le parole del Prof. Giammarco Puntelli, alla presenza del vicesindaco del comune di Ventimiglia Simone Bertolucci e del direttore del museo dott. Piuma si è aperta sabato 4 settembre la mia personale al museo MAR nella cittadina ai confini con la Francia. Sette le opere esposte sulle pareti della Sala Alzaretti che rappresentano il percorso artistico intrapreso negli ultimi anni. L’ esposizione è inserita nel circuito promozionale per la partecipazione all’ imminente expo2020 a Dubai, che mi vedrà partecipare con due opere nel padiglione ” Pace e Amore Italian selection” dal 1 di ottobre.
Le scelte di PuntelliAlcune notti rivelano l’anima di persone e luoghi. Nel buio, illuminato dalla luce della tecnologia e nel silenzio rotto dalle sirene e dai clacson delle auto, la figura delle persone diventa più vicina ai contorni di un'ombra e quando tutto sembra poco identificabile dai sensi, possiamo cogliere lo spirito di una città, di una collettività, di un individuo. La notte ha ritmi lenti, pensieri improvvisi, emozioni nascoste, in quell’intreccio di sentimenti e di visioni sfumate comprendiamo l’essenza di una realtà che non costituisce solo l’ambiente ma un personaggio fra personaggi, non il teatro ma un flusso di coscienza, quasi un monologo. Emanuele Biagioni non porta nella sua pittura solo le architetture e i volti con le sue capacità tecniche. Rivela l'anima di quelle persone, i loro movimenti nella dinamica della tela, le loro attese e le loro intenzioni fra i colori e soprattutto la loro personalità attraverso una capacità di disegno che sa indagare in profondità. Perché anche le città hanno un'anima ed è l'insieme delle persone che la vivono con la sua struttura fatta di quartieri e di marciapiedi. Emanuele Biagioni ci fa annusare l’asfalto, ascoltare la comunicazione, sentire sulla nostra pelle la temperatura di quella pioggia, a tratti oleosa. È la città delle speranze dimenticate e dei propositi del giorno dopo, dei personaggi che vivono alla giornata e di quelli che scoprono la magia di un punto di vista diverso fra i palazzi che li sovrastano. Le sue città sono il teatro di un’attività metropolitana che è dello spirito e della mente prima ancora che del corpo, dell'essere come identità fra identità diverse. Le sue opere non descrivono, rivelano. Rivelano il gioco semiserio di una banda di musicisti, la tensione di un direttore d’orchestra consapevole di partecipare ogni volta al miracolo della musica, le chiacchiere perdute dei bar dove nascono idee e illusioni da moderna agorà, e quei passanti che si incrociano mettendo in rapporto vite che forse non si incontreranno mai. Sono i personaggi delle città che sarebbero piaciute tanto a Scerbanenco o a Pinketts, i personaggi di una Milano che c’era e c’è ancora, delle grandi città del mondo che nelle loro diversità si somigliano per appartenere agli stessi anni e allo stesso mondo globalizzato. Biagioni sa raccontare: siamo anche noi al bancone di quel bar, ascoltiamo le note di quel concerto, viviamo la frettolosità in parte surreale di quei marciapiedi stando attenti a non scivolare su una pozza d’acqua. Le sue città sono rivelazioni, la city che prende forma in una sovrastruttura mentale fatta di pensieri e di attese, di nonsense e di dichiarazioni, di economia e di arte.
Prof. Giammarco Puntelli